La Mindfulness in soccorso agli operatori sanitari contro il coronavirus
La Mindfulness in soccorso agli operatori sanitari contro il coronavirus
La Mindfulness va in soccorso agli operatori sanitari che combattono con il coronavirus
Quello che il personale sanitario sta vivendo è pazzesco: non c’è solo stanchezza per i turni raddoppiati, i solchi delle mascherine sugli zigomi, le mani scartavetrate dai mille lavaggi. C’è angoscia, inquietudine, sofferenza, paura. «C’è la paura di un virus poco noto, che sembra mutare le proprie caratteristiche di giorno in giorno, colpendo pazienti sempre più giovani e sempre più gravemente. Ma anche la paura di non avere a disposizione le competenze necessarie, i presidi necessari, gli spazi necessari, le forze necessarie. È come un terremoto: scosse continue e non sai quando finirà” (medico anestesista ospedale Sacco di Milano). In una situazione di forte stress lavorativo come questa è fondamentale prendersi cura di chi cura, per evitare il rischio di burnout. (sindrome di esaurimento emotivo, di depersonalizzazione e derealizzazione personale, determinato dallo stress lavorativo).
Mindfulness e stress
Recentemente tra le tecniche di riduzione dello stress, si è affermata la Mindfulness (consapevolezza intenzionale), in grado di aumentare la capacità dell’individuo di rispondere in modo omeostatico alle sollecitazioni stressogene, in tempi brevi.
La Mindfulness ed i protocolli basati su di essa, costituiscono una preziosa risorsa per far fronte al burnout, in particolare degli operatori sanitari, e si è rivelata efficace nel ridurre lo stress, l’ansia e la depressione, e nell’aumentare l’efficacia degli interventi nei sanitari, sia medici che infermieri (anche durante il corso di studi).
IL circolo vizioso dello stress
Il ciclo costituito da uno stressor che provoca una reazione, seguita da tentativi inadeguati di mantenere il controllo della situazione, che producono altri stressors, altre reazioni e così via, fino alla crisi, al crollo o alla malattia è un terribile, e per molti di noi abituale, circolo vizioso. Quando si rimane prigionieri di questo circolo vizioso, sembra tutto inevitabile e che non ci siano altre possibilità.
Il pilota automatico che si attiva in molte situazioni (non vi è mai capitato di fare qualcosa come ad esempio guidare e non ricordare assolutamente il tragitto fatto?) è il frutto dell’inconsapevolezza, peggiora lo stress complicando problemi che all’inizio erano forse relativamente semplici. Le reazioni automatiche ci impediscono di vedere con chiarezza le situazioni, di risolvere i problemi creativamente, di esprimere efficacemente le nostre emozioni, o perfino di capire ciò che accade in noi, ci impediscono in sintesi di stare bene.
Ma una via di uscita è possibile.
L’alternativa alla prigionia di questo circolo vizioso, consiste nello smettere di reagire allo stress e cominciare invece a rispondere a esso. Questo è il cammino della consapevolezza nella vita quotidiana, momento per momento, radicandosi nel respiro.
E questo è possibile con la Mindfulness
Mindfulness in inglese, approssimativamente tradotto con consapevolezza in italiano, è un termine che tenta di avvicinarsi a “Sati” che nell’antica lingua pali indica uno stato mentale di attenzione nel momento presente che in quanto tale ha la qualità di essere libera da pensieri condizionanti che portano a sofferenza.
La consapevolezza mindfulness consiste in una sollecita e non giudicante attenzione al flusso della coscienza, dei pensieri, delle emozioni e degli stati mentali nel momento presente. E’ la capacità di accogliere ogni esperienza della propria vita con la forza dell’accettazione (non rassegnazione!) permettendoci di uscire dal sequestro dei nostri stessi pensieri spesso ossessivi e rimuginanti e dalle emozioni più distruttive.
“Le pratiche su cui si basa, affondano le radici nella tradizione buddista ma sono applicabili in qualsiasi contesto e orizzonte spirituale; non consistono in una serie di aride prescrizioni, ma insegnano a servirsi dei punti di forza che ciascun individuo possiede per contrastare tutti quei disturbi provocati o connessi con una condizione di stress” (Jon Kabat-Zinn)
Jon kabat zinn, padre della mindfulness occidentale, negli anni 70 ha sviluppato il protocollo MBSR, Mindfulness Based Stress Reduction che è risultato efficace verso una serie di patologie correlate allo stress. Già alla fine degli anni 90, erano già più di 400 gli ospedali e centri medici negli Stati Uniti dove veniva applicato l’MBSR e negli anni si è diffuso in Europa e anche in Italia proprio per le sue potenzialità cliniche preventive e riabilitative, trovando spazio in programmi di intervento nelle carceri e nelle scuole, e in varie organizzazioni al fine di affrontare molte delle problematiche sia fisiche che psicologiche legate allo stress.